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SINCERO CUORE DI FIGLI

SINCERO CUORE DI FIGLI

23 febbraio 2022

Cari amici dell'ADMA,

Nel mese scorso il nostro Rettore Maggiore ci ha regalato la Strenna, invitandoci ad approfondire la nostra conoscenza di San Francesco di Sales ravvivando la sua spiritualità alla quale si è ispirato Don Bosco per offrirci un cammino di santificazione. Proprio l’ultimo capitolo della strenna si intitola “Tutto per amore” ed è un invito a curare il nostro rapporto con il Signore, in maniera particolare la preghiera personale come fonte della carità.

“La carità è la misura della nostra preghiera, perché il nostro amore per Dio si manifesta nell’amore per il prossimo. Incontriamo qui la “preghiera della vita”, così importante per san Francesco di Sales[1]. Essa consiste nel compiere tutte le nostre attività nell’amore e per amore di Dio, in modo tale che tutta la nostra vita diventi una preghiera continua. Chi fa opere di carità, visita i malati, assiste nel cortile, dà tempo agli altri per ascoltarli, accoglie chi ha bisogno, ... sta pregando. Gli impegni e le occupazioni non devono impedire l’unione con Dio, e chi pratica questa forma di preghiera non corre il pericolo di dimenticare Dio. Quando due persone si amano - conclude Francesco di Sales - i loro pensieri sono sempre rivolti l’uno verso l’altro”

I mezzi semplici che egli propone per raggiungere l’unione con Dio - tema tanto caro alla nostra spiritualità di figli e figlie di Don Bosco - li riconosciamo nelle pratiche di pietà che don Bosco proponeva ai suoi ragazzi e ai suoi primi salesiani. A coloro che sono occupati nelle cose temporali, consiglia di trovare momenti, anche molto brevi, di raccoglimento per unire il cuore a Dio con brevi sospiri, giaculatorie e buoni pensieri, o per prendere coscienza di Dio nel nostro spirito. Mentre siamo in mezzo a conversazioni o attività, possiamo sempre rimanere alla presenza di Dio. In questo modo, la vera preghiera non trascura gli obblighi della vita quotidiana.

Precisamente in questo capitolo il Rettore Maggiore ci invita a rivolgerci a Maria, e invocare il suo amore materno. San Francesco di Sales stabilì che l’opera della Visitazione, fondata insieme a Giovanna di Chantal, avrebbe avuto come simbolo un cuore trafitto da due frecce, coronato da una croce, circondato da una corona di spine e con i sacri nomi di Gesù e Maria incisi su di esso.

Innanzitutto Maria appare nella teologia di Francesco di Sales in una forma simile a quella che sarà propria della teologia del Concilio Vaticano II. Maria è nel cuore della Chiesa. E la sua missione è quella di attirare e portare tutti a suo Figlio[2]. Per questo Francesco di Sales incoraggia ad unirsi a Maria, come i discepoli, per ricevere la fonte dell’unità, lo Spirito Santo.

«Onora, riverisci e rispetta con amore speciale la santa e gloriosa Vergine Maria: ella è Madre del nostro Padre sovrano e perciò anche nostra cara nonna. Ricorriamo a Lei quali nipotini, gettiamoci sulle sue ginocchia con assoluta fiducia; in ogni momento, in ogni circostanza, facciamo appello a questa dolce Madre, invochiamo il suo amore materno e, facendo ogni sforzo per imitare le sue virtù, abbiamo per Lei un sincero cuore di figli»[3].

Inoltre, la figura di Maria, modello di tutte le virtù, presentata come “rivestita di Cristo”, percorre come suo Figlio il cammino dell’umiltà. Con la sua totale dipendenza da Dio, la sua disponibilità a Lui, Maria riceve abbondantemente la generosità di Dio. Quando canta nel suo Magnificatl’umiltà della serva, è perché ha attirato lo sguardo di Dio.

Infine, il tratto salesiano della devozione alla Vergine, nostra madre e guida, corrisponde alla fiducia che don Bosco riponeva in Maria come Consolatrice, Immacolata e Ausiliatrice di tutti i fratelli di suo Figlio. Maria coopera al piano di salvezza di Dio e, nelle parole di Francesco di Sales, Dio «ha fatto passare Maria attraverso tutti gli stati di vita, affinché tutti possano trovare in lei ciò di cui hanno bisogno per vivere adeguatamente il proprio stato di vita»[4].

In lei vediamo ciò che Dio è pronto a fare con il suo amore, quando trova cuori disponibili come quello di Maria. Svuotandosi, riceve la pienezza di Dio. Rimanendo disponibile a Dio, lascia spazio perché Dio compia in lei grandi cose.

La contemplazione di Maria, con la sua vita e il suo sì a Dio, ci invita ad aprirci anche noi all’amore di Dio, nella consapevolezza che il cuore di Gesù, sull’albero della croce, ci contempla e ci ama. In Maria vediamo completato il vero destino del nostro cuore, unito al cuore di Dio.

Chiediamo a María un cuore filiale, un cuore che ama Dio negli altri con umiltà, che serve in modo generoso e fiducioso, prolungando la preghiera della vita lungo tutta la nostra giornata.


Renato Valera, Presidente ADMA Valdocco.

Alejandro Guevara, Animatore Spirituale ADMA Valdocco.




[1] Cfr. M. Wirth, San Francesco di Sales, 160.

[2] Cfr. OEA XXVI, 266 in Eunan McDonnell, God Desires You, 128.

[3] Introduzione alla vita devota, II,16.

[4] OEA IX, 342 in Eunan McDonnell, God Desires You, 134.

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