E COME EUCARISTIA
Di tutto l’alfabeto familiare questa è senz’altro la lettera più importante! Senza Gesù – Lui stesso lo dice francamente – “non possiamo fare nulla”. Senza Eucaristia il nostro amore non regge. Senza partecipazione al suo sacrificio, anche gli affetti più cari si paralizzano o si sbriciolano. Invece con Lui, con il suo Corpo donato e il suo Sangue versato, l’impresa dell’amore familiare, con i suoi incanti e drammi, i piaceri e i dispiaceri, i carichi che portiamo e le croci che ci superano, può riuscire bene, al di là di ogni nostro merito e desiderio.
Il riscatto eucaristico della famiglia
È sotto gli occhi di tutti che la famiglia rischia oggi di finire o nelle mani del mercato, che la interpreta come sistema di bisogni da soddisfare, o sotto la lente degli specialisti, che la vedono come sistema di relazioni cui offrire benessere, o sotto i colpi dell’ideologia, che la riduce a costruzione culturale priva di riferimenti naturali o religiosi. Sono rimasti in pochi a riconoscere l’originalità della famiglia quale luogo primordiale della vita e prima cellula della società. Le dimensioni della realtà familiare vengono letteralmente dilaniate: la sessualità è ridotta a preferenza sessuale, il vincolo matrimoniale viene alleggerito in ogni modo, i legami parentali appaiono repressivi, l’infanzia è più vezzeggiata che educata, l’istituto familiare risulta culturalmente marginale e politicamente ininfluente.
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Per correre ai ripari, occorre ritornare risolutamente alla prospettiva di Dio Amore, perché solo alle Sue sorgenti l’amore umano trova fondamento, redenzione e compimento. Anche perché la critica ai legami familiari tradizionali non ha tutti i torti: cos’è la famiglia svuotata dell’amore di Dio? Non è forse spesso il luogo dove ci si ama troppo o troppo poco? Dove l’interesse irrigidisce i legami d’amore in legami etnici o aziendali? Dove le persone, invece di maturare, regrediscono? Dove le promesse d’amore e i sentimenti più belli lasciano il posto a cocenti delusioni e profondi risentimenti?
L’Eucaristia mistero nuziale
La buona notizia evangelica, che da qualche tempo è oggetto di grande attenzione nella riflessione e nella predicazione della Chiesa, è che fra Matrimonio ed Eucaristia, o più in generale fra comunità familiare e comunione eucaristica, vi è un legame profondissimo. Già notevole è che tutto il disegno di Dio abbia forma nuziale: la Scrittura si apre con la creazione dell’uomo e della donna “a immagine e somiglianza” di Dio e si chiude con la visione delle “nozze dell’Agnello”. Altrettanto notevole è che tutta la storia della salvezza si snodi come Alleanza d’amore “di generazione in generazione”: anche Gesù, l’eterno Figlio del Padre, deve la sua umanità ad una genealogia in cui è presente tutto il campionario della nostra umanità bella e ferita. Ma il vertice dove Dio e l’uomo si incontrano pienamente è infine l’Eucaristia, che realizza quella che Gesù chiama la “nuova ed eterna all’alleanza”: in essa tutto l’amore umano viene assunto nell’amore divino e l’amore divino viene effuso senza riserve nell’amore umano. Da qui il meraviglioso scambio: la Chiesa realizza la famiglia dei figli di Dio, la famiglia umana diventa addirittura “Chiesa domestica”!
L’Eucaristia è allora il riscatto e il destino di tutti gli affetti più cari, e in questo senso si capisce che fare la Comunione non è solo ricevere la forza di amare, ma è amare dello stesso amore di Dio, è mangiare la verità dei legami d’amore, in modo che agisca intimamente, scenda nella profondità ultima dei desideri e dei sacrifici che attraversano l’ordine del cuore, quelle profondità che è difficile comprendere e per le quali non è facile decidere, e che solo la presenza di Gesù e del suo Spirito può illuminare e orientare. In fondo, il Signore non vuole che facciamo troppa fatica a vivere: vuole venire Lui ad aiutarci, e vuole farlo non semplicemente facendosi vicino, ma rendendoci partecipi della sua mentalità, dei suoi sentimenti, del suo amore. Non a caso il Catechismo dice che quando facciamo la Comunione ci uniamo a Gesù in tutto, in “corpo, sangue, anima e divinità”!
Il Magistero della Chiesa, da parte sua, parla in maniera appassionata del legame fra Matrimonio ed Eucaristia: “il compito di santificazione della famiglia cristiana ha la sua prima radice nel battesimo e la sua massima espressione nell'Eucaristia”; “l’Eucaristia è il sacramento dello Sposo, della Sposa”, “è la fonte stessa del matrimonio cristiano”; “nel dono eucaristico della carità la famiglia cristiana trova il fondamento e l’anima della sua comunione e della sua missione” (Sacramentum Caritatis, 27.28).
Fra Eucaristia e Matrimonio si stabilisce così un’intima reciprocità: come insegna il Concilio, da una parte “l’autentico amore coniugale è assunto nell’amore divino”, dall’altra esso “è sostenuto e arricchito dalla forza redentiva del Cristo e della Chiesa” (GS 48); o ancora, da un lato “il matrimonio dei battezzati diviene il simbolo reale della nuova ed eterna Alleanza”, dall’altro “il Signore rende l'uomo e la donna capaci di amarsi come Cristo ci ha amati” (FC 13); o infine, con le belle parole di Benedetto XVI nella sua enciclica sull’amore: “il matrimonio basato su un amore esclusivo e definitivo diventa l’icona del rapporto di Dio con il suo popolo; viceversa, il modo di amare di Dio diventa la misura dell’amore umano” (DC 11). Insomma, Dio ha creato l’umanità capace di ricevere la sua divinità, ed ha reso l’amore umano capace di ricevere l’amore divino ed esprimerlo a propria volta. Da qui la profonda affinità fra il vincolo eucaristico e i legami familiari: ne riparleremo!
Non esiste che un solo amore!
Davvero profonda è perciò l’analogia fra la comunione eucaristica e la comunità familiare: in entrambe circola lo stesso amore! Pensiamoci un po’, anche solo per cenni: 1. nell’Eucaristia non si realizza un semplice dono, ma un dono d’amore: proprio come in famiglia, in cui i legami si stabiliscono a motivo dell’amore; 2. nell’Eucaristia Gesù non ci dona qualcosa, ma se stesso, e con il suo sacrificio genera la Chiesa come sua Sposa: proprio come in famiglia, che in tutti i sensi realizza il dono della vita, in forma nuziale e in forma parentale; 3. ancora, nell’Eucaristia, come anche in famiglia, l’unità d’amore comporta la differenza: nell’una fra la nostra povertà e la ricchezza del Signore, nell’altra fra la forza dell’uomo e la tenerezza della donna: non è la stessa cosa, ma in entrambi i casi c'è una “bella differenza”; 4. infine, come in famiglia non si ama, non si genera e non si nutre solo con l’anima ma anche con il corpo, così anche nell’Eucaristia Gesù ci ama, ci genera e ci alimenta con il dono del suo Corpo!
Viene da dire: come è concreto l’amore di Dio! e come è dolce pensare che grazie all’Eucaristia, “sacramento dell’amore”, la famiglia diventa il primo ambiente in cui fare esperienza del “comandamento nuovo” di Gesù, dove non passa solo la carne e il sangue, ma anche la fede e la grazia; dove l’affetto non è solo attaccamento istintivo, ma dedizione fino al sacrificio; dove si impara ad amare “come Gesù ci ha amati” e a “non vivere più per se stessi”; dove ci si fa servi per amore e non per debolezza; dove si è disposti a dare la vita, a soffrire e a morire per l’altro; dove si raggiunge quell’unità d’amore che l’uomo può tanto desiderare, ma che solo Gesù sa realizzare!
Roberto Carelli, SDB
(Fonte: Roberto Carelli – Alfabeto Famigliare)
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