ESERCIZI SPIRITUALI A PRACHARBON: FAMIGLIA TRA FAMIGLIE
La mia esperienza negli esercizi spirituali a Pracharbon con le famiglie dell’Adma Primaria è stata, senza dubbio, uno dei momenti più belli e trasformativi della mia vita sacerdotale. Non è stato semplicemente un tempo di ritiro, silenzio e riflessione, ma una vera opportunità di incontro profondo con Dio. E, oltre a questo, è stato un incontro vissuto in famiglia, dove tutti condividevamo lo stesso desiderio di un impegno più autentico nel seguire Gesù. È stato un dono prezioso, nel quale ho riscoperto la bellezza dell'ordinario, la forza del silenzio e l'immensa grazia che si riversa quando le famiglie si uniscono per cercare insieme Dio.
Dal momento in cui siamo arrivati a Pracharbon, ho sentito il cuore espandersi di fronte alla serenità del paesaggio. La natura ci circondava con le sue imponenti montagne, gli alberi alti e frondosi, e l'aria fresca si percepiva come un abbraccio che ci accoglieva. Non era solo l'ambiente fisico ad accoglierci, ma la certezza che Dio fosse anche lì, in attesa di incontrarci. La creazione stessa sembrava parlarci della Sua grandezza, del Suo amore infinito per noi.
Tuttavia, ciò che mi ha colpito di più non è stata solo la bellezza del luogo, ma l’esperienza della “famiglia tra famiglie”. In quei giorni ho capito quanto sia profondamente importante condividere questi momenti di ritiro e preghiera in comunità. Vedere tante famiglie – ognuna con le proprie sfide, speranze e desideri – mi ha fatto percepire che non siamo soli in questo cammino di fede. Nei momenti di silenzio e nelle semplici conversazioni che sorgevano nei momenti di convivenza, ho scoperto una nuova profondità nella vita condivisa. Ogni famiglia, con le proprie luci e ombre, offriva qualcosa di prezioso, e questo scambio riempiva il mio cuore di gratitudine. Ciò che ho vissuto non è stata solo un’esperienza personale, ma una vera esperienza comunitaria.

Uno dei momenti più commoventi è stata la preghiera comunitaria. In quegli spazi di preghiera comune, si poteva sentire una profonda connessione spirituale. Ogni parola, ogni sussurro di preghiera si univa a quello degli altri, formando un coro silenzioso che si innalzava verso Dio. La preghiera personale, d'altra parte, è stata un incontro intimo e potente con il Signore. Nel silenzio dell'anima, la Sua presenza era chiara, parlando nel profondo del mio essere. Ogni passo delle Scritture assumeva un significato rinnovato, più vivo.
Ma è stato nei momenti di condivisione della vita ordinaria con altre famiglie che ho trovato una delle più grandi ricchezze di quei giorni. Non ci incontravamo solo in cappella o durante le preghiere formali, ma anche nei piccoli gesti quotidiani: condividere il pasto, camminare insieme per i sentieri, aiutare nelle piccole faccende quotidiane. È in queste cose semplici che ho percepito come si manifesta la vera vita cristiana. Si vive nel servizio reciproco, nell'ascolto attento, nella risata condivisa e nei momenti di silenzio rispettoso. Ho capito chiaramente che la fede non si manifesta con grandi gesti o momenti straordinari, ma di viverla nel quotidiano, in quei piccoli atti d'amore che diamo e riceviamo ogni giorno.
Questi giorni a Pracharbon sono stati una grande opportunità per fermare il ritmo frenetico della vita e ascoltare veramente. Mi hanno permesso di riconnettermi con l’essenziale, con la mia vocazione sacerdotale e con la chiamata che Gesù mi fa a seguirlo con più dedizione e impegno. Nel silenzio del cuore, ho potuto ascoltare l'invito di Dio ad approfondire la mia relazione con Lui, a continuare il mio processo di conversione e santificazione, per continuare a essere una testimonianza viva del Suo amore nel mondo.
Ciò che mi ha rallegrato di più è stato vedere così tante famiglie – giovani, sposi, genitori e figli – che cercavano insieme lo stesso Dio. È stato un potente promemoria del Dio-Trinità, del Dio-Famiglia, di come la fede si viva meglio in comunità, quando andiamo avanti gli uni accanto agli altri, sostenendoci nel cammino. Non solo il mio cuore è stato toccato, ma quello di tutti noi, come una grande famiglia unita nella ricerca della verità e dell'amore di Dio.
Alla fine degli esercizi spirituali, ho sentito una pace profonda, una certezza che Dio ci aveva parlato in quei giorni. Ci chiamava a seguirlo con più passione e dedizione, a vivere la nostra fede non come una serie di regole o impegni, ma come una relazione viva e trasformante con Lui. Sapevo che quei giorni non erano una fine, ma un inizio, un nuovo impulso per seguire Gesù nella vita quotidiana, con più fervore e autenticità. E soprattutto, con la certezza che non siamo soli, ma camminiamo insieme come comunità di credenti che si sostengono a vicenda.
Oggi, ricordando quei giorni a Pracharbon, sento solo gratitudine. Gratitudine per l’incontro così intimo con Dio in mezzo alla natura, per le preghiere condivise, per le conversazioni che mi hanno aperto l’anima e per il silenzio che mi ha permesso di ascoltare ciò che spesso si perde nel rumore del mondo. E, soprattutto, gratitudine per aver potuto vivere tutto questo con altre famiglie, con Dio sempre al centro di tutto. È stata un’esperienza che continua a nutrire il mio spirito, guidandomi e incoraggiandomi a seguire Gesù con più forza in ogni passo che faccio.
Don Gabriel Cruz sdb
Animatore Spirituale Mondiale ADMA
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